Rassegna Stampa #Crisi2020 - 1- 5 giugno

Pubblicato il 05/06/2020 - Alessia Vicario
La Rassegna Stampa Quantalys: in un'unica pubblicazione le posizioni delle varie SGR e le notizie/analisi di interesse in questo scenario di crisi.

MORGAN STANLEY: "L'ampiezza del mercato è promettente"

La posizione di Morgan Stanley sull'andamento di tre variabili fondamentali: tassi di interesse, volatilità e dollaro.

  • TASSI DI INTERESSE: è interessante notare che i tassi di interesse siano rimasti relativamente stabili considerando quanto positivi siano i mercati azionari e quanto positivi siano stati i mercati del credito. Si tratta di un’impresa eroica della FED quello che viene chiamato meccanismo di trasmissione della politica monetaria che aiuta a creare liquidità e di conseguenza ad affrontare problemi di solvibilità.
  • VOLATILITA’: la volatilità dei mercati è in calo questo crollo di volatilità crea stabilità nel mercato e la riduzione dei premi di rischio contribuisce a rafforzare i titoli.
  • DOLLARO: l’indice è a circa 99 che rappresenta un livello di supporto molto forte. Il calo del dollaro potrebbe avere effetti positivi sui mercati emergenti locali finora in difficoltà.

Al link MorganStanley.com l’aggiornamento completo di Jim Caron gestore di portafoglio del team Global Fixed Income di Morgan Stanley Investment Management.

 

GAM Investments: La nuova guerra fredda

In Cina la ripresa dell'attività produttiva prosegue velocemente ma quello che preoccupa sono le tensioni tra Pechino e Washington (prima le accuse di Trump sulla provenienza del virus e poi le proteste contro l’introduzione della legge sulla sicurezza nazionale a Hong Kong). La Casa Bianca sta gettando le basi per un attacco all’economia cinese che va oltre il commercio. Trump ha bloccato il previsto investimento in azioni cinesi da parte del Fondo Pensione Federale e prova a contenere l’espansione cinese nel campo della fornitura di apparati tecnologici. Nonostante le valutazioni siano interessanti e a sconto rispetto agli altri listini globali, GAM consiglia la prudenza sul mercato cinese i cui listini sono stati condizionati dalle tensioni con l’America.

Al link Gam.com l'aggiornamento completo del Multi Asset Team di Gam Italia. 

 

SCHRODERS: "I 3 elementi che rendono uniche le A-share cinesi"

La Cina, primo epicentro della pandemia, è stata anche il primo paese ad allentare le misure di contenimento, come conseguenza le azioni cinesi si sono riprese meglio rispetto agli altri mercati azionari attraendo nuovi investitori. Considerando che la strategia di investimento non dovrebbe basarsi sul breve termine ci sono comunque buoni motivi per cui l’azionario cinese, in particolare quello quotato sulle borse di Shangai e Shenzhen, offre opportunità attraenti.

Recentemente, dal 2017 in poi, le A-share cinesi hanno fatto il loro ingresso nei principali indici dopo un graduale processo di apertura dei mercati cinesi agli investitori stranieri ma l’esposizione è ancora limitata e non ottimale. Solo il 20% è incluso nel MSCI Emerging Markets mentre il segmento STAR è completamente escluso dagli indici MSCI.

I tre motivi che rendono questo segmento unico rispetto ai competitor e che lo rendono un’area interessante sui cui allocare una parte del portafoglio che completi un’esposizione ai mercati emergenti in generale:

1. Alto livello di partecipazione degli investitori retail (più dell’80% dei volumi di scambio medi giornalieri nel segmento A-share è rappresentato da retail mentre il segmento H-shares di Hong Kong è dominato da grandi investitori istituzionali);

2. I fondamentali diventano sempre più importanti;

3. È un mercato ricco di azioni mid-cap (pur essendo meno conosciute dagli investitori internazionali giocano un ruolo importante per la crescita cinese).

Al link Schroders.com l’articolo completo di Kristjan Mee: Strategist, Research and Analytics.

 

ALLIANCEBERNSTEIN: “Come preparare i portafogli cinesi a un possibile provvedimento USA”

Tornano ad accendersi le tensioni tra Washington e Pechino ma questa volta non per i dazi. Quattro mesi dopo il raggiungimento dell’accordo commerciale che aveva lasciato presagire un miglioramento dei rapporti tra Cina e USA il coronavirus ha innescato un nuovo scontro tra le due superpotenze le cui relazioni potrebbero rimanere conflittuali per anni.

Risulta fondamentale per gli investitori comprendere come prepararsi all’aumento dei rischi e le implicazioni di queste tensioni sui portafogli.

GLI USA PRENDONO DI MIRA LE AZIENDE CINESI: a fine aprile la SEC ha puntato il dito contro la scarsa trasparenza delle relazioni societarie pubblicate dalle aziende cinesi che danneggiano gli investitori. Il fondo pensione del governo federale USA ha inoltre interrotto i programmi di investimento in società cinesi (la decisione mira a dissuadere gli investitori statunitensi dal destinare capitali alle azioni cinesi), il 20 maggio il Senato ha vietato alle aziende di altri paesi, che non dimostrano di non essere controllate da un governo straniero e sottoporsi ad una maggiore vigilanza da parte degli USA, di accedere alle borse statunitensi. Questa legge potrebbe comportare l’esclusione dai listini americani di grandi imprese cinesi. Ciò desta preoccupazione negli investitori che detengono titoli cinesi.

LE SOCIETA’ CINESI SONO MENO TRASPARENTI? Il tema della trasparenza finanziaria delle società cinesi è un tema aperto ma probabilmente i requisiti di quotazione della Cina sono in realtà più severi di quanto percepito e addirittura alcune società provano a quotarsi negli Stati Uniti proprio per evitare i controlli rigorosi in patria. Sul tema un altro punto da considerare è la presenza di quadri normativi contrastanti che determina conflitti tecnici.

COME PREPARARSI A UN POTENZIALE DELISTING? È possibile che ci sarà un’esclusione degli ADR cinesi dai listini statunitensi questi provvedimenti potrebbero inficiare la normale attività di trading degli ADR cinesi. Numerose aziende cinesi emittenti di ADR stanno cercando di ottenere la doppia quotazione a Hong Kong, incoraggiate dal governo di Pechino, questo con elevati costi di transazione eviterebbe problemi nel caso in cui le azioni cinesi quotate in USA divengano illiquide.

OLTRE LE TENSIONI POLITICHE gli investitori non dovrebbero permettere che le tensioni tra USA e Cina eclissino le opportunità di investimento in Cina dove l’economia è in ripresa e gli utili si sono rivelati resilienti, da considerare l’investimento in A- Share nazionali cinesi.

Al link AllianceBernestein.com l’articolo completo di John Lin . Portfolio Manager of China Equities- e Stuart Rae  Chief Investment Officer of Asia-Pacific Value Equities presso AllianceBernstein (AB).

 

PHARUS:” Trainato dalla pandemia il settore Biotech mette il turbo”

Il coronavirus ha dimostrato l’importanza del settore sanitario mettendone in luce i punti di forza e di debolezza, facendo emergere un settore ad alto potenziale di crescita: le biotecnologie e sancendo una tappa disruptive nel settore medico e farmacologico.  Il covid ha sottolineato l’importanza dei big data, non solo dell’utilizzo ma anche della disponibilità, aiutando le società che producono apparecchiature di diagnosi e test, ma ha fatto emergere anche l’importanza del monitoraggio da remoto, della telemedicina, delle operazioni chirurgiche a distanza grazie alla robotica e alla realtà virtuale. Per tutte queste ragioni la rilevanza del settore biotecnologico è destinata ad aumentare ulteriormente ed è già stato riflettuto nel fatto che, dall’inizio della pandemia, il settore Biotech ha iniziato a sovraperformare il Nasdaq. 

Il team di Pharus continua a cercare opportunità di investimento in aziende biotecnologiche con approcci innovativi in grado di conseguire miglioramenti pioneristici e creare valore economico, monitorando lo sviluppo di un vaccino contro il Coronavirus.

Al link Pharusmanagement.com l’articolo completo

 

PRAMERICA: “MADE IN USA: VIRUS, PETROLIO E RIPARTENZA: UNA VIEW D’OLTREOCEANO”

Nonostante le misure delle banche centrali i mercati rimangono sotto scacco del Covid 19, i listini statunitensi hanno recuperato molto dai minimi di marzo ma si naviga in uno scenario di grande incertezza. Il petrolio è stato preso in contropiede da un’economia che si è fermata: record negativi a marzo, eccesso di offerta nonostante l’accordo dell’Opec+, una domanda che probabilmente rimarrà fragile a lungo e i problemi di stoccaggio.

Abhi Kamerkar, Managing Director e Portfolio Manager di Jennison Associates, gestore delegato di Pramerica SGR risponde ad alcune domande:

Il Covid e l’incertezza ad esso legato come sta influenzando le decisioni di portafoglio? Il Covid ha avuto un impatto senza precedenti in ogni parte del mondo e molti settori hanno sperimentato uno shutdown totale, storicamente l’industria infrastrutturale subisce meno i rallentamenti ciclici dell’economia ma questa volta il settore dei trasposti è stato uno di quelli più colpiti, la situazione perdurerà per i prossimi 12-18 mesi e in alcune regioni e business gli effetti saranno più lunghi e richiederanno maggiore pazienza.

La recente euforia delle quotazioni di petrolio sia stata prematura? L’elevata volatilità, sia al rialzo che al ribasso, è derivata da una combinazione di fattori: indebolimento della domanda e eccesso di produzione. Il prezzo del greggio ha testato il suo minimo e rimarrà sotto i suoi livelli di storici di 60 dollari finché non ci saranno nuovi segnali.

La volatilità del prezzo del greggio ha colpito duramente molte industrie, es. le compagnie aeree in quali settori si trovano i maggiori rischi/opportunità’? L’impatto sul settore dei trasporti è stato tragico ma si cominciano a vedere delle differenze es. il traffico commerciale ha retto l’urto data la necessità delle forniture, i rischi saranno prolungati nei settori dove è difficile tenere il distanziamento sociale (es. ristorazione)

 

L’economia USA e il settore energetico come uscirà da questa crisi? L’impatto nel breve termine è stato molto negativo ma gli stimoli fiscali monetari forniranno un supporto nella seconda parte dell’anno. L’industria energetica statunitense combatteva la sua battaglia ben prima del Covid 19 perché la domanda globale non era in grado di sostenere il passo della sovracapacità produttiva in particolare per lo shale oil. Visto il recente shock della domanda i produttori hanno dovuto ridurre la produzione e questo trend durerà a lungo. Le società che sopravvivranno dovranno farlo con una forma mentis diversa rispetto alle passate crisi e dovranno essere molto più conservative nelle loro spese.

Al link Pramericasgr.it l’intervista completa a Abhi Kamerkar, Managing Director e Portfolio Manager di Jennison Associates, gestore delegato di Pramerica SGR

 

AMUNDI: “Importante gestire il rischio in modo dinamico ed evitare di inseguire i rialzi dei mercati, cruciale la selezione dei temi di investimento”

Le previsioni sull’economia globale per il 2020 hanno registrato importanti variazioni come è cambiata la view di medio lungo termine di Amundi? La view non è cambiata, ci aspettiamo di rimanere in un regime finanziario di contrazione nel 2020 cui farà seguito una ripresa nel 2021. I dati comunicati sul breve sono stati peggiori delle attese.

Sembra che le autorità stiano riscontrando maggiori difficoltà nel definire gli interventi di fase 2 qual è la view per il breve termine? Le risposte da parte della FED ma anche della BCE sono state molto veloci ma il vero tema è la fase post emergenza che può essere più sfidante (es. le politiche volte alla sanità, il coordinamento delle politiche di apertura dei singoli paesi e tra i paesi, la trasmissione della liquidità iniettata dalle banche centrali  che dovrà arrivare ai clienti finali, la solvibilità delle aziende in quanto le politiche monetarie possono porre una soluzione per la liquidità di breve termine ma poco possono fare sulla solvibilità delle aziende.

Quali sono le convinzioni più forti sul mercato? Aprile è stato un buon mese per l’andamento dei mercati finanziari trainati dall’entusiasmo delle riaperture, delle possibilità di un potenziale vaccino ma al momento rimaniamo cauti che vuol dire fare scelte di investimento che permettano da un lato di far fronte a possibili bisogni di liquidità e dall’altro di avere la liquidità necessaria per entrare nelle opportunità di investimento che si paventano man mano. In quest’ottica vediamo l’investimento in emissioni obbligazionarie investment grade in maniera positiva perché protette dagli acquisti delle banche centrali in Europa e in America ma anche perché il mercato primario si è decisamente ripreso. Anche i mercati azionari si sono ripresi ma rimangono ancora molto cari e con l’incertezza sugli utili. La scelta è una preferenza quindi per le emissioni creditizie investment grade rispetto all’azionario utilizzando il concetto first in e first out e quindi entrare in quelle regioni, in quei paesi, in quei settori che sono stati colpiti per primi ma che stanno dimostrando di poter uscire per primi, la sequenzialità è forse la caratteristica principale della crisi economia e finanziaria che stiamo vivendo.

Quali sono gli altri aspetti che Amundi sta monitorando e che gli investitori dovrebbero valutare con attenzione? I due aspetti da monitorare sono il mercato del lavoro sul fronte macroeconomico ed il rischio geopolitico che sembra essere una presenza costante.

Al link Amundi.sgr il podcast completo.

Da Alessia Vicario - Responsabile Progetti & Ufficio Studi presso Quantalys Italia.