Rassegna Stampa #Crisi2020 – 20 - 24 aprile

Pubblicato il 24/04/2020 - Alessia Vicario & Luigi Carta
La Rassegna Stampa Quantalys: in un'unica pubblicazione le posizioni delle varie SGR e le notizie/analisi di interesse in questo scenario di crisi.

Le posizioni delle SGR 

 

Anima: MES, petrolio e volatilità.

Filippo Di Naro, direttore Investimenti di Anima SgR risponde a 4 domande.  quali fattori hanno favorito il recupero dei mercati? Cosa è successo sul mercato del petrolio? Cosa aspettarsi per il futuro? Quali potrebbero essere le sorprese positive? 

Quali fattori hanno favorito il recupero dei mercati?

Il recupero rispetto ai minimi raggiunti nella terza decade di marzo è stato determinato da due fattori: il continuo intervento delle autorità monetarie e fiscali e il miglioramento delle curve della pandemia. In molti sistemi, infatti, si comincia a intravedere la fine del lockdown e questo ha favorito l'ottimismo e il recupero delle quotazioni. 

- Cosa è successo al mercato del petrolio?

Il mercato del petrolio è sottopressione da settimane. Da un lato per la pressione derivante dalla guerra commerciale in atto tra i produttori, parzialmente risolta con gli accordi che limitano la produzione, e dall'altro per la riduzione della domanda. Questi due elementi hanno spinto il prezzo al ribasso e negli ultimi giorni il future sul petrolio di prima scadenza ha registrato prezzi fortemente negativi.

- Cosa aspettarsi per il futuro?

La volatilità è scesa grazie all'intervento delle autorità che hanno riordinato delle disallocazioni presenti sui mercati ma in questa fase di grande incertezza occorre considerare che il potenziale di crescita dell'economia è limitate, le società sono limitate nelle loro capacità di prevedere le dinamiche future. Inoltre vi è in atto una forma di deglobalizzazione ed i sistemi sono chiamati a rendersi più indipendenti il che limita la loro crescita nel lungo termine. 

- Quali potrebbero essere le sorprese positive?

Le sorprese positive potrebbero venire dell'Europa dopo un lungo periodo di discussione sull'utilizzo dei diversi strumenti sembra esserci una convergenza verso l'ESM. 

Sul sito animasgr.it il video completo

 

Invesco: la storia insegna

I cicli ribassisti non sono tutti uguali ma vi sono alcuni insegnamenti comuni che possono essere tratti dall'evoluzione dei cicli passati. Il team di Invesco ha analizzato le fasi ribassiste dei mercati del XX e XXI secolo e a ha risposto alle 9 domande poste dagli investitori in questo periodo.

  1. Con quale frequenza si verificano le fasi ribassiste di mercato? Le fasi ribassiste sono fenomeni relativamente comuni nella storia dei mercati, negli ultimi nove decenni si sono registrate: 24 fasi ribassiste di mercato alla frequenza di una ogni 3,5 anni e 12 cicli ribassisti associati a recessioni che mediamente si verificano ogni 7,5 anni.
  2. Qual'è l'entità dei cali nelle fasi ribassiste? Dal 1926 durante le fasi ribassiste i corsi azionari sono mediamente scesi del 36%.
  3. Come si colloca l’attuale ciclo? Su un totale di 12 significativi cicli ribassisti l’attuale risulta la sesta maggiore fase ribassista con un calo del 34%.
  4. Quanto tempo serve per recuperare dopo le fasi ribassiste? Il tempo di ripresa medio è stato di 4,4 anni ovvero 1.100 giorni di negoziazione.
  5. Cosa succede se si vende durante una fase ribassista? Chi vende durante le fasi ribassiste di norma impiega più tempo per ritornare ai rispettivi massimi.
  6. Cosa succede acquistando durante una fase ribassista? Nel lungo termine nel caso in cui le posizioni azionarie sono state rafforzate nella fase centrale di un mercato ribassista i risultati sono stati favorevoli anche per gli investitori che hanno sbagliato le tempistiche di ingresso.
  7. Cosa succede se si attendono dati economici migliori? Le recessioni economiche di solito si concludono dopo che i mercati sono rimbalzati.
  8. Come si classifica il recente rally dai minimi nella storia delle fasi ribassiste di mercato? La performance registrate nelle ultime due settimane rappresentano il secondo rally storicamente migliore in una fase ribassista, di norma i rally pari o superiori al 15% sono stati seguiti da performance negative tre mesi dopo.
  9. Cosa succede se, durante le fasi ribassiste, si cerca di entrare e di uscire per evitare perdite? Tentare di definire i tempi delle decisioni di investimenti in funzione degli andamenti di mercati è una perdita di tempo perché il rischio è di trovarsi fuori dal mercato nelle giornate migliori che arrivano in modo rapido e inaspettato.  

Al link invesco.it l'articolo completo di Brian Levitt, Global Market Strategist e Tim Horsburgh, Investment Strategist del team Invesco.

 

Morgan Stanley: prudenza in attesa di ulteriori sell off

Morgan Stanley continua con la prudenza e mantiene un'allocazione difensiva in attesa di ulteriori sell off di mercato ma mira a ruotare il portafoglio verso le regioni che si stanno riprendendo dagli effetti del virus. 

Mantiene il sottopeso sull'Eurozona: dal confronto degli stimoli fiscali e monetari come percentuali del PIL in Europa i valori sono molto più modesti rispetto ad altre regioni inoltre le stime di crescita del PIL del 2020 vedono un posizionamento negativo dell'Europa dovuto essenzialmente ai due settori più colpiti (manifatturiero e turistico). 

Per quanto riguarda la Cina e i mercati asiatici ci sono due elementi positivi: la produzione sta tornando alla normalizzazione e riuscirà ad essere assorbita dal mercato domestico (dal quale le società cinesi traggono l'80% dei ricavi) ed in più l'accordo sulla riduzione della produzione di petrolio.

I rally visti negli ultimi giorni di Marzo e nei primi di Aprile sono caratteristici di un mercato ribassista (come nel 2008 lo S&P ha raggiunto i minimi solo nel 2009 dopo i rally significativi registrati nell'ottobre e novembre 2008). 

Sul sito Morganstanley.com l'aggiornamento completo condiviso da Laura Biancato - Vice President Portfolio Specialist di Morgan Stanley.

 

JPMorgan: approccio selettivo al credito e attenzione ai titoli di qualità elevata

Le azioni della Banca Centrale hanno determinato effetti positivi sugli spread delle obbligazioni societarie USA. Il piano della FED prevede l’acquisto fino a $750 miliardi di obbligazioni societarie statunitensi anche quelle recentemente declassate ma Investment Grade fino al 22 marzo. Sul fronte ETF gli acquisti della FED includeranno anche gli strumenti High Yield. Sarà quindi fondamentale distinguere gli emittenti in due gruppi quelli che affrontano problemi di liquidità e che saranno aiutati e quelli che affrontano problemi di solvibilità.

Al link JPMorganassetmanagement.it il rapporto settimanale sui mercati di JP Morgan.

 

Vanguard: l’attuale ciclo del credito è arrivato alla fine

Sarang Kulkarni, gestore di portafogli del credito investiment- grade spiega perché la crisi del Coronavirus significa la fine dell’attuale ciclo del credito e analizza le conseguenze del Covid sui mercati del debito corporate.Il coronavirus non ha fatto altro che determinare un passaggio molto rapido dalla fase di rallentamento a quella della recessione del mercato del credito con il picco di volatilità e la riduzione della liquidità sui mercati. Le valutazioni oggi sono molto interessanti gli spread del credito in pochissimo tempo sono passati dai massimi a minimi storici, l’investimento nel credito può essere per gli investitori una buona fonte di reddito con rendimenti adeguati al rischio e capacità difensive rispetto alle azioni.  In periodi di recessione le società solide diventano più solide e quelle deboli ancora più deboli, bisogna quindi essere selettivi nella scelta del credito e investire in emittenti di qualità elevata. Risulterà fondamentale riuscire a individuare le società più solide, la maggior parte dei settori ciclici è a rischio ma vi saranno delle opportunità per le aziende più solide proprio in questi settori grazie alla riduzione della concorrenza.

 

Al link vanguard.it  l’articolo completo

 

BlackRock: cosa è successo al petrolio?

Per la prima volta nella storia il prezzo del future del petrolio Wti è precipitato fino ad una quotazione negativa. Cosa è successo? Come si può spiegare? Storicamente se il prezzo del petrolio scende la domanda viene stimolata ma viviamo in momento storico in cui è molto difficile stimolare la domanda che, di fatto, si trova in una condizione di sostanziale coma farmacologico. Il blocco dei trasporti e delle attività economiche al fine di contenere la diffusione del virus non consentono uno stimolo della domanda. In altre parole quindi la discesa del prezzo del petrolio non ha alcun impatto sull’economia nel breve periodo: la discesa non può stimolare la domanda. Il prezzo del petrolio è dagli anni Settanta un prezzo amministrato, determinato dagli accordi oligopolistici tra i produttori. L’unico modo quindi per allineare domanda ed offerta è intervenire sul taglio della produzione: nelle settimane precedenti l’OPEC ha tagliato la produzione di 10 milioni di barili ma sicuramente serviranno ulteriori tagli. L’eccesso di offerta ha fatto si che il petrolio estratto vada in storage che comporta ovviamente un costo per il mantenimento e la conservazione fisica della materia prima: il prezzo negativo del future del petrolio Wti riflette esattamente il costo di storage dell’oro nero. Proprio per questo non si esclude che questo possa rimanifestarsi verso Giugno. Il coronavirus ha dato una spinta ad alcuni fenomeni che erano latenti da tempo come ad esempio la modalità di lavoro in smart working che difficilmente verrà abolita anche quando la pandemia sarà solo un ricordo. Questo e anche l’inevitabile cambio delle abitudini della popolazione mondiale incideranno negativamente sul petrolio per un periodo di tempo molto lungo.

Bruno Rovelli, Chief Investment Strategist di BlackRock Italia, espone la posizione di BlackRock nella rubrica Flash Mercati disponibile qui.

 

Eurizon Asset Management: nei mesi successivi bisognerà prestare attenzione al modo in cui si ripartirà e a nuovi possibili focolai di diffusione del virus.  

Nei mercati continua il rientro della volatilità e ci si avvicina ad un permanente livello under 40: i mercati stanno cercando di passare ad una incertezza normale dalla incertezza insopportabile che ha contraddistinto i mesi precedenti. I dati della diffusione del contagio sono infatti positivi e vanno nella direzione auspicata sia in Europa che in America. I tassi di interesse rimangono bassi grazie alle politiche delle banche centrali e non stanno registrando nuovi minimi ormai da un mese e mezzo: i mercati obbligazionari non sembrano disposti a giocare uno scenario negativo più di quanto non abbiano già scontato. Recuperano le attività di rischio: i corsi azionari hanno recuperato circa la metà delle perdite che avevano realizzato. Questo recupero potrà proseguire fino a che ci sarà la combinazione tra contenimento del virus e sforzo delle politiche fiscali. Nei mesi successivi di Maggio e Giugno gli interrogativi che muoveranno le borse saranno legati al modo e ai tempi della ripresa economica e al rischio del ritorno del contagio in seguito alla riapertura delle attività che potrebbe causare nuovi lockdown.  

Andrea Conti, Responsabile Macro Research per Eurizon Capital SGR, espone la posizione di Eurizon nella rubrica Focus Mercati disponibile qui.

 

Pimco: quali prospettive per le diverse aree del mondo?

Le autorità di tutto il mondo stanno rispondendo con poderose misure fiscali e monetarie per salvare l’economia, le imprese e i cittadini. Quali prospettive per le singole aree?

Per gli Stati Uniti la stima è di una contrazione del PIL dal picco al minimo di circa il 10% trimestrale, significativamente superiore rispetto al 4% osservato nella crisi finanziaria del 2008. La contrazione sarà comunque più breve perché alla fine la quarantena sarà allentata e l’economia sostenuta da stimoli monetari e fiscali. Il tasso di disoccupazione raggiungerà il 20% per poi rientrare, verso la fine dell’anno, verso il 6/7 %. La ripresa nella seconda parte dell’anno è legata al graduale allentamento del virus e sulla riapertura economica.

L’Area Euro si avvia ad una recessione di breve durata ma assai profonda con un calo annuo del PIL del 10% nel 2020 e una contrazione dell’attività economica nella prima metà del 2020 del 20%. Nel 2008 – 2009 dal picco al minimo del PIL trimestrale il calo si era attestato intorno al 6%. A fine anno l’attività economica, nonostante la ripresa nella seconda parte dell’anno, sarà ancora sotto di circa il 5% rispetto al picco del 2019 e non tornerà ai livelli pre – Covid fino al 2022. La disoccupazione è attesa in aumento e superiore al 10% a fine anno. Il disavanzo dell’Area Euro salirà oltre il 10% del PIL. I singoli Stati adotteranno probabilmente ulteriori misure espansive mentre non ci si aspettano misure di bilancio paneuropee a causa delle questioni di coordinamento politico.

Per il Regno Unito la contrazione del PIL è prevista di quasi l’7% nel 2020, quasi tre volte più profonda della crisi finanziaria del 2008 – 2009 dal picco al minimo. L’attività economica resterà sotto i livelli pre – Covid sino al 2021. Il tasso di disoccupazione sarà prossimo al 6% a fine anno. La risposta tempestiva e coordinata delle autorità del Regno Unito ha attutito la caduta.

Per il Giappone si prevede una riduzione del PIL tra il 3% e il 4% nel 2020. Dal picco al punto di minimo la contrazione è prevista intorno al 6%, inferiore rispetto al 2008 – 2009. Un ritorno ai livelli di PIL pre – Covid è improbabile prima del 2021. La disoccupazione dovrebbe attestarsi al di sopra del 3% a dine anno.

In Cina in nove settimane di lockdown la produzione industriale e i servizi hanno avuto una contrazione di circa 10 – 15 punti percentuali rispetto ai livelli pre – pandemia. Il tasso di disoccupazione potrebbe salire dal 5% all’8%-9%. Il primo trimestre del 2020 il PIL dovrebbe crollare di circa 10%, una contrazione che non si era vista neanche durante la crisi finanziaria globale e che si potrà considerare la prima grave recessione in Cina dal 1976. La recessione mondiale colpirà le esportazioni soprattutto nel secondo e nel terzo trimestre del 2020 e l’economia non ritornerà ai livelli pre – Covid prima del primo trimestre del 2021.

L’analisi completa di Pimco è disponibile qui.

 

Da Alessia Vicario & Luigi Carta - Financial Analyst presso Quantalys Italia.