Le ultime 10 settimane dei principali mercati azionari geografici

Pubblicato il 22/04/2020 - Alessia Vicario
Dopo il bull market più lungo della storia un bear market inaspettato. Le ultime settimane sono davvero una ripresa o semplicemente un bear market rally?

La tavola dei rendimenti evidenzia le performance settimanali di 19 diversi mercati azionari - le principali aree geografiche mondiali - registrate nelle ultime 10 settimane (dal 10.02.2020 al 19.04.2020). Ciascun colore rappresenta un Benchmark Quantalys. Per ognuna delle 10 settimane le performance sono state ordinate in senso decrescente.

 

Il diffondersi del Coronavirus a livello globale ha determinato il crollo dei mercati azionari decretando la fine della fase di bull market più lunga della storia. Velocità e violenza le caratteristiche dei sell off che hanno riguardato tutti i mercati azionari e che hanno determinato un effetto a cascata.

Quello che possiamo osservare a livello geografico è che a partire dalla metà di febbraio, con il diffondersi del Coronavirus al di fuori della Cina, i mercati hanno cominciato a registrare performance settimanali negative. Fino a metà febbraio il mercato non era apparso preoccupato dal fenomeno del Coronavirus in quanto circoscritto alla Cina; lo stesso MSCI China aveva, infatti, recuperato le perdite cumulate da inizio anno. Superati i confini cinesi, i mercati si sono resi conto della gravità del fenomeno ed hanno iniziato a reagire.

Quasi tutti i mercati considerati hanno seguito la medesima evoluzione: cinque settimane di performance negative (dal 17.02.2020 al 22.03), seguite da un rimbalzo a fine mese, durato solo una settimana, ed una nuova flessione. Nelle ultime due settimane, grazie alle politiche fiscali e monetarie messe in atto dalle banche centrali e dai governi di tutto il mondo, i mercati hanno ripreso a registrare performance positive.

Se questo appena descritto è stato il comportamento generalizzato mostrato dai diversi mercati internazionali, tra questi ve ne sono alcuni che si sono comportati in maniera diversa. Il MSCI Switzerland, il MSCI United Kingdom e lo Stoxx 50 sono stati gli ultimi ad essere colpiti. I benchmark appena citati sono, infatti, gli unici tre, tra i 19 considerati, a segnare performance positive nella settimana dal 17 al 23 febbraio. Il MSCI Switzerland e lo Stoxx 50 sono, inoltre, i primi a tornare in terreno positivo e a non subire la flessione di inizio aprile. Dalla metà di marzo al 19 aprile hanno, infatti, registrato valori di performance settimanali sempre positivi. Il MSCI United Kingdom, pur avendo iniziato a registrare performance negative in ritardo, rispetto agli altri, ha seguito dalla metà di marzo in poi l’andamento di tutti gli altri mercati.

L’ultima settimana di marzo è stata, dal punto di vista delle performance, la migliore settimana dall’inizio del Coronavirus, con il MSCI Japan che ha registrato il +14,33%, seguito dal MSCI Pacific +10,63% mentre i valori più bassi, ma comunque positivi, sono quelli messi a segno dal MSCI China +2,11% e dal MSCI Bric +1,37%.

Mediamente nelle diverse settimane il differenziale tra la performance migliore e quella peggiore è stato del 5%. Quello più basso è stato registrato dal 17 al 23 febbraio dove vediamo al primo posto il MSCI Switzerland, con una performance del +0,62%, e, all’ultimo posto, il MSCI Japan, con una performance del -2,70%. Il differenziale più alto è stato registrato nelle performance segnate dagli indici nella settimana dal 9 al 15 marzo, dove al primo posto vediamo il MSCI China, con una performance del -5,82% e all’ultimo il MSCI Italy -23,94%.

Osservando le performance settimanali, le perdite maggiori vengono registrate dagli indici europe,i fra il 09 e il 15 marzo, primo fra tutti il MSCI Italy (-23,94%), seguito dal FTSE MIB (-23,30%), dal MSCI Emu (-20,07%), dall’Euro Stoxx 50 (-19,97%) e dal MSCI United Kingdom (-19,52%). Le performance migliori sono state messe a segno, dal 6 al 12 aprile, dal mercato americano: il MSCI USA ha registrato il +11,56%, il MSCI North America + 11,46% e l’indice S&P 500 il + 11,29%.

 

Come hanno reagito gli indici azionari Europei? 

Guardando al lungo periodo, fatta eccezione per la Svizzera il cui indice di riferimento è positivo già ad un anno, per tutti gli indici europei occorre considerare le performance registrate negli ultimi 8 anni per osservare valori positivi. Il MSCI Italy è quello che registra la perdita maggiore: il maxdrawdown è pari al -42,04%.

 

Come hanno reagito gli indici azionari USA?

Completamente diversa rispetto alla situazione europea è quella che si è registrata nei mercati americani. La perdita peggiore è stata segnata dal MSCI North America -34,47%, quella minore dallo Stoxx 50 -32,95%. Fatta eccezione per lo Stoxx 50, che torna ad avere valori positivi guardando all’orizzonte di 8 anni, tutti gli altri indici sono positivi già ad 1 anno, segno evidente che l’impatto del Coronavirus ha già riportato i mercati americani ai livelli di un anno fa.

 

Come hanno reagito gli indici azionari emergenti?

I mercati emergenti hanno reagito molto meglio dell’Europa e molto più in linea con i mercati americani. Il MSCI Emerging Markets è quello che ha perso di più (-31,80%), ma è comunque ben lontano dal peggiore indice europeo e dal peggiore indice americano. Sia il MSCI Bric che il MSCI China sono positivi già a 3 anni.

 

Come hanno reagito gli indici azionari asiatici?

Anche sul mercato asiatico le perdite seppur notevoli sono state più contenute rispetto a Europa ed USA. L’MSCI Pacific ex Japan è quello che perde di più (-37,54%) ma nell’ultimo mese ha già recuperato il 16,80%.  Già a 3 anni sia il MSCI Japan che l’MSCI Pacific sono positivi, il MSCI Pacific ex Japan lo è solo nell’orizzonte temporale di 8 anni (+5,09%).

 

Gli indici USA sono quelli che hanno recuperato di più. Dal 24.03 al 17.04 il MSCI North America ha recuperato il 28,13%, il MSCI USA il 27,98% e lo S&P 500 il 27,69%. I recuperi più bassi vengono registrati dall’Italia con il FTSE MIB che recupera il 9,61% e l’MSCI Italy l’8,63%.

Da Alessia Vicario - Responsabile Progetti & Ufficio Studi presso Quantalys Italia.