Rassegna Stampa #Crisi2020 – 30 Marzo / 3 aprile

Pubblicato il 03/04/2020 - Alessia Vicario & Luigi Carta
Parte da oggi la Rassegna Stampa Quantalys: ogni venerdì raccoglieremo in un'unica pubblicazione le posizioni delle varie SGR e le notizie/analisi di interesse in questo scenario di crisi.

La posizione delle SGR.

 BlackRock: positivi sull’obbligazionario corporate – investment grade.

Le banche centrali hanno di fatto perso il controllo dei loro bilanci mettendo in campo misure mai viste prima attraverso politiche espansive di quantitative easing senza limiti di tempo e di quantità. Il punto di partenza di questa crisi è totalmente diverso dalla crisi dei mutui subprime e del debito sovrano: i tassi di interesse oggi sono largamente più bassi rispetto al passato e tramite queste politiche si può considerare concluso il ruolo delle banche centrali. Lo shock sul Pil sarà inevitabilmente poderoso e le misure di politica fiscale che singoli Paesi metteranno in campo sarà determinante per quantificare i termini e le modalità di una prossima ripresa. Per capire l’evolversi della situazione sarà determinate in queste settimane l’evoluzione della curva epidemiologica italiana, primo paese occidentale seriamente colpito dal Covid-19. Il mercato ha, infatti, bisogno di capire se l’evoluzione del virus è prevedibile nel resto del mondo per uscire dall’incertezza che governa in queste settimane e che ci accompagnerà probabilmente per le prossime.

In questo scenario secondo il dottor Rovelli il comparto Azionario è vicino al punto di bottom anche se, forse, non è ancora stato raggiunto. Per quanto riguarda il comparto obbligazionario l’ottimismo riguarda il comparto corporate investment grade e per la componente di alta qualità del mondo high yield che dovrebbe restituire performance positive nei prossimi 12 mesi. Per quanto riguarda il debito emergente, invece, mancano ancora le condizioni di stabilizzazione principalmente per due ordini di ragioni. In primis le informazioni circa la diffusione del virus che arrivano da queste aree sono limitate e poco trasparenti, in secondo luogo gli emerging markets sono altamente esposti alla produzione di petrolio e finché non vi sarà un accordo tra Arabia Saudita, Russia e Stati Uniti sul prezzo dell’oro nero sarà difficile conciliare per queste economie la crisi sanitaria con la stabilità dei mercati e il sostegno all’economia.  

Bruno Rovelli, Chief Investment Strategist di BlackRock Italia, espone la posizione di BlackRock nella rubrica Flash Mercati disponibile qui.

 

Eurizon Asset Management: il mercato Orso ha raggiunto il bottom.  

La volatilità nei mercati rimane ancora elevata ma inizia a stabilizzarsi nell’attesa del raggiungimento del pico dei contagi in Italia. Questo evento è fondamentale perché sembra che l’Italia ha impiegato circa 30 giorni per il contenimento del virus e se questo orizzonte fosse confermato con i prossimi dati si possono iniziare a fare delle ipotesi sul raggiungimento del pico a livello globale che indicativamente, stando ai dati attuali, potrebbe arrivare tra fine Aprile e i primi di Maggio. I tassi governativi sia in America che in Europa non evidenziano nuovi minimi da ormai 3 settimane e questo significa quindi che i mercati stanno già guardando al futuro. In Europa la politica monetaria della BCE ha dispiegato i suoi effetti con lo spread rientrato molto vicino ai livelli pre contagio. 

Nei mercati azionari il mercato Orso si può ritenere completato. È normale non osservare un recupero lineare ma a rimbalzi, stop and go, figlio proprio della volatilità che rimane ancora elevata. Il recupero potrà essere più sostenuto non appena le notizie circa il contenimento del virus saranno meglio definite.

Andrea Conti, Responsabile Macro Research per Eurizon Capital SGR, espone la posizione di Eurizon nella rubrica Focus Mercati disponibile qui.

 

Carmignac , Morgan Stanley, Amundi e Pictet puntano alla prudenza

CARMIGNAC

La gestione di Carmignac Patrimoine e di Carmignac Sécurité durante il Covid 19

Carmignac è convinta che è ancora troppo presto per un’inversione di tendenza e che la prudenza è d’obbligo, punta quindi ad un profilo di basso rischio nella gestione di Patrimonie. In tutti e tre i fondi - Carmignac Patrimonie, Carmignac Portfolio Patrimonie Europe e Carmignac Portfolio Emerging Patrimonie - è stato ridotto il rischio con la riduzione dell'esposizione azionaria e l'aumento del livello di liquidità. 

L' articolo completo sul sito carmignac.it

Anche nella gestione di Carmignac Sécurité, in un periodo di saliscendi dei mercati obbligazionari, è stata aumentata li liquidità. Per limitare le perdite potenziali è stata implementata una riduzione globale della duration modificata ai tassi di interesse. Questa strategia è stata realizzata attraverso un aumento/mantenimento della duration ai tassi dei paesi core intesi come i paesi -es. Australia e USA - dove le banche centrali possiedono margini di manovra per intervenire; ed una riduzione dell’esposizione al debito non core dei paesi europei come la Grecia, Cipro, la Slovacchia, lo Slovenia e il Portogallo. Sulla parte più rischiosa del portafoglio di credito sono state invece implementate delle coperture tramite derivati su indici.

L' articolo completo sul sito carmignac.it

 

Morgan Stanley: "Il virus continuerà a diffondersi pertanto crediamo che sia ancora presto per rientrare sul mercato".

Prima di aumentare l’esposizione Morgan Stanley attende gli sviluppi su quattro diversi fattori: stabilizzazione o appiattimento della curva del tasso di infezione, valutazioni e posizionamento su livelli estremi ed efficacia delle politiche monetarie fiscali. E’ da questi fattori, dice Laura Biancato Vice President – Portfolio Specialist - che dipenderà la decisione di incrementare nuovamente l’esposizione.

Sul sito MorganStanley.com l'aggiornamento di mercato del team Global Balanced Risk Control di Morgan Stanley.

 

Amundi “Il Coronavirus ha determinato l’inizio di un nuovo regime finanziario”

Secondo Amundi in un’ottica di gestione di portafoglio lo scenario determinato dal Coronavirus richiede un approccio ancora prudente. "I mercati raggiungeranno i minimi quando le aspettative potranno essere ancorate a un rallentamento della velocità del contagio, all'efficacia del policy mix e al miglioramento delle condizioni finanziarie. Ci stiamo muovendo in questa direzione, ma non ci siamo ancora." Nel breve termine nel quale Amundi intravede un sollievo solo temporaneo e non una ripresa stabile ci sarà una forte avversione al rischio che spingerà verso i beni rifugio e sarà pertantoimportante la selezione nella gestione attiva di attivi di alta qualità, difensivi e liquidi.

Il Coronavirus ha determinato l’inizio di un nuovo regime finanziario: nell’High Yield la contrazione dell’economia determinerà un aumento dei default, gli obbligazionari core avranno rendimenti inevitabilmente più bassi che saranno da ricercare in altre asset class quali probabilmente il credito e il debito dei mercati emergenti sui quali occorrerà essere selettivi per far fronte alle revisioni dei rating e ai default. Cautela nel settore del credito e grande selezione nell’HY. Amundi punta di più ai titoli Investment Grade e alle obbligazioni periferiche. Sulle valute Amundi sostiene che la ripresa del dollaro è solo temporanea e probabilmente ci sarà un nuovo deprezzamento.

L’articolo completo sul sito Amundi

 

PICTET “Gli effetti economici e finanziari dell'epidemia di coronavirus sono tuttora incerti. Per questo motivo, continuiamo a mantenere un atteggiamento cauto”

Anche Pictet per far fronte ai crolli sui mercati azionari ha assunto un atteggiamento difensivo sottopesando l’allocazione azionaria e incrementando la liquidità. Pictet precisa che non intende mantenere questa posizione cauta per lungo periodo perché la storia insegna che le opportunità di investimento nascono proprio quando i mercati subiscono prolungate fasi di vendita.

I settori azionari e le regioni non verranno colpiti allo stesso modo. In merito ai paesi Pictet riduce l’esposizione all’eurozona e al Giappone che, caratterizzate da economie che faticano a crescere a da banche centrali che perdono forza, sembrano essere quelle più esposte al virus. Positivi invece sul regno Unito, paesi emergenti e Cina. A livello settoriale Pictet riduce l’esposizione su titoli industriali e finanziari aumentando quella sui sanitari.  In sovrappeso anche su Treasury e sull’oro definiti beni rifugio costosi.

L’analisi completa sul sito Pictet

 

Le stime di Confindustria sull’economia italiana

L’imprevedibile crisi sanitaria che ha colpito il nostro Paese si è tradotta in uno shock congiunto di offerta e di domanda: dal lato della domanda, con il rinvio delle decisioni di spesa dei consumatori, la chiusura di numerose attività commerciali (nei settori della ristorazione, alloggi, trasporti, attività culturali e di intrattenimento) e l’azzeramento dei flussi turistici; dal lato dell’offerta, con il blocco di numerose attività produttive, sia per decreto sia per consentire la sanificazione dei luoghi di lavoro delle imprese funzionanti. Se da un lato non è ancora chiaro in quali tempi potrà essere abolito il blocco normativo delle attività produttive, dall’altro è certo che il crollo della domanda di beni e servizi sarà ben più prolungato e si protrarrà anche nel secondo semestre di quest’anno.  La caduta stimata del PIL nel secondo trimestre rispetto a fine 2019 è attorno al 10%. Nel 2020 un crollo del PIL è inevitabile e previsto al -6% (superiore al crollo del 2009), ipotizzando che la fase acuta dell’emergenza sanitaria rientri nel mese di maggio. Ogni mese in più di blocco produttivo costa al nostro Paese almeno lo 0,75% del prodotto interno lordo. Gli investimenti delle imprese saranno la componente del PIL più colpita nel 2020 con una stima del – 10 ,6% rispetto al 2019 in quanto le condizioni per realizzare nuovi progetti produttivi sono proibitive. L’export è stimato in calo del -5,1% in quanto il virus non ha risparmiato i paesi esteri che soffrono la nostra stessa condizione. In uno scenario così drammatico è necessario porre in atto strumenti inediti e senza lesinare risorse, agire subito senza tentennamenti. Bisogna evitare che la crisi di liquidità delle imprese diventi un problema di solvibilità. Se gli intenti del decreto legge “Cura Italia” sono condivisibili è altrettanto chiaro che la dimensione degli interventi è largamente insufficiente. Confindustria insieme con le Confindustrie tedesca e francese ha proposto un piano europeo straordinario di entità pari a 3000 miliardi di euro di investimenti pubblici. 

L’analisi completa del Centro Studi di Confindustria è disponibile qui.

 

Confindustria: Crolla la produzione industriale

Nel primo trimestre del 2020 il crollo atteso della produzione industriale è pari al 5,4%, il maggior calo da 11 anni a questa parte. L’impatto delle misure di contenimento del virus avrebbe causato un crollo dell’attività nel mese di Marzo del 16,6% rispetto a febbraio (se il dato fosse confermato dall’Istat rappresenterebbe il più ampio calo mensile da quando sono disponibili le serie storiche sulla produzione industriale, ovvero dal 1960). A causa della chiusura del 60% delle imprese manifatturiere il crollo nel secondo trimestre potrebbe arrivare al – 15%.

L’analisi completa del Centro Studi di Confindustria è disponibile qui.

Da Alessia Vicario & Luigi Carta - Financial Analyst presso Quantalys Italia.